UFM: Enrico Bon, il Buffon del Calcio Fvg, sfida il suo passato

di Matteo Femia

Enrico Bon, portiere dell’Ufm che in queste settimane è protagonista di uno splendido testa a testa in vetta al girone B di Promozione con la Juventina, prossimo avversario dei monfalconesi sabato nell’anticipo di lusso di questo weekend. Parliamo un po’ della stagione dei monfalconesi con uno dei giocatori di riferimento dello spogliatoio della squadra di mister Murra, ossia Enrico Bon, un portiere che non ha bisogno di presentazioni in regione: una carriera lunga la sua, iniziata nelle giovanili dell’Ancona-Donatello e dell’Udinese e proseguita poi con una curriculum di tutto rispetto in diverse squadre della regione con l’esperienza in serie C con l’Itala San Marco. Insomma, una voce autorevole del calcio regionale: oggi il suo ruolo è quello di chioccia all’interno dello spogliatoio dell’Ufm e quando è chiamato in causa risponde sempre alla grande.

Allora Enrico, iniziamo la nostra chiacchierata dalla stagione disputata fin qui dalla vostra squadra: che voto daresti alla vostra stagione fino a questo momento?
Sicuramente dal mio punto di vista un voto positivo e alto. Stiamo sicuramente facendo bene e sabato ci sarà la prova del nove in quanto affronteremo la Juventina capolista. Sarà sicuramente una partita importante ma ti direi non ancora decisiva“.

E’ appunto il big match di giornata quello di sabato, sei anche ex della partita visto che hai disputato due stagioni con la Juventina: conoscendo anche bene l’ambiente, come si ferma questa Juventina?
Sappiamo che affrontiamo la capolista ma noi guardiamo partita dopo partita. Ogni domenica i punti sono importanti: ci stiamo preparando come ogni settimana, ci stiamo allenando bene, siamo carichi, motivati, vedo un gruppo solido, che durante la settimana si impegna. Sappiamo che affrontiamo la Juventina però è stata una settimana tranquilla“.

Il tuo ruolo quest’anno: hai scelto di dare una mano anche dalla panchina, sei una delle opzioni in porta, hai scelto di far si che possano crescere anche altri portieri sotto la tua ala. Come ti trovi in questo ruolo nuovo, che è un po’ paragonabile a quello avuto da Buffon nella Juventus degli ultimi anni?
Qualcuno, qualche amico o parente, mi chiede “perché non smetti?” ma io continuo ad andare ad allenarmi con entusiasmo, quando mi alleno mi diverto e sono contento. Ci tengo a sottolineare il fatto che quest’anno, e posso parlare a nome di tutti i quattro portieri, i due della prima squadra e i due juniores, abbiamo un preparatore che io conoscevo solo di nome, Carloni, che è veramente bravo. Stiamo tutti bene fisicamente, ci prepara mentalmente e psicologicamente: stiamo bene. Per quanto riguarda i giocatori di movimento ci sono altri veterani che fanno da chioccia. Io mi occupo più dei portieri e vedo che stanno crescendo bene: l’importante è sempre il divertimento alla base e noi ad allenamento ci divertiamo. Poi i risultati arrivano di conseguenza e stanno anche arrivando“.

Lo abbiamo accennato: la tua traiettoria è stata molto simile a quella di Buffon. Il tuo soprannome è Gigi Bon perché hai anche una certa somiglianza con l’ex portiere della Juventus ma poi ci sono state delle prerogative che vi hanno accomunato. Ossia: quando Buffon ha fatto quella stagione all’estero in Francia, tu ne hai fatta una all’estero in Slovenia. Poi appunto avete accettato tutti e due un ruolo di accompagnamento verso portieri più giovani. Come definiresti questa situazione?
Questa cosa mi fa sorridere, ogni tanto mi capita di riflettere su questa analogia. Tutto è nato quando ero a Manzano: lì hanno iniziato a chiamarmi Gigi, mi hanno regalato la maglia rosa che all’epoca indossava Buffon e andava tanto di moda. E in effetti sono capitate stagioni calcistiche simili: quando vinceva campionati lui li vincevo anch’io, quando è andato all’estero lui sono andato all’estero anch’io per poi tornare l’anno dopo in Italia. Ti dico ancora questa: una stagione lui si è fatto male alla spalla e qualche giorno dopo io mi sono fatto male al polso. Sono piccoli aneddoti e piccole analogie che sono simpatiche

Qual è il ricordo più bello della tua carriera: sei classe ‘82 e ne hai viste tante in porta in questi anni?
Mah guarda, sicuramente la stagione in serie C con l’Itala è stata bella: abbiamo viaggiato, siamo stati anche in Sardegna, io non giocavo titolare all’epoca perché c’era Marcon l’attuale preparatore dei portieri dell’Udinese, ho girato l’Italia, fare un anno di professionismo è stato sicuramente bello. Ma posso dirti anche dell’esperienza in Slovenia, ho conosciuto un’altra mentalità, ho conosciuto la Slovenia, ho visto campi e ambienti nuovi. Ce ne sono tante: e poi i tempi con la Manzanese, le partite di serie D, la primavera dell’Udinese dove mi allenavo con la prima squadra in serie A con mister Zampa. Forse ti direi quell’anno lì come il più bello“-

Torniamo a bomba su questa stagione e su come sta andando: come obiettivo l’Ufm, che ricordiamolo è una neo-promossa, ha davvero l’Eccellenza?
Ti risponderò con una frase che ci dice mister Murra in spogliatoio: la società ci lancia continuamente dei segnali, l’ultimo dei quali è l’acquisto di Marjanovic. Poi sappiamo che con la società del presidente Lugli a Monfalcone non manca nulla, come si dice: ci sono le strutture e c’è tutto per fare bene“.