di MASSIMO DI CENTA
TOLMEZZO – SANGIORGINA 0 – 0
TOLMEZZO: Deril Cristofoli, Rovere (22’ st Daniele Faleschini), Gabriele Faleschini, Persello, Capellari, De Giudici, Picco (16’ st Nagostinis), Fabris, Nassivera (25’ st Romanelli), Gregorutti, Sabidussi (33’ st Maion).A disposizione: Di Giusto, Zanier, Cimenti e Madi. Allen. M. Serini.
SANGIORGINA: Pulvirenti, Zambuto, Venturini, Puto, Nalon, Zanolla, Pecile (25’ st Dalla Bona), Paolini, Fabio Cristofoli, Salomoni (35’st Unabor), Cavaliere (7’st Bogoni). A disposizione: Della Ricca, Decorte, Carrara, Mattiuzzi, Sinigaglia, Cocetta. Allen. B. Simone.
ARBITRO: Caputo di Pordenone. (Assistenti: Roman Fulin di Maniago e Mazzucot di Pordenone)
NOTE: ammoniti Puto e Venturini. Angoli 5 a 4 per il Tolmezzo.
TOLMEZZO. “Questa partita non finisce 0 a 0” dicevano in molti in tribuna dopo 20’ di gioco. Ed infatti la sensazione era questa, perché in quel lasso di tempo la partita sembrava un susseguirsi di palle gol e potenziali occasioni. Un Gregorutti con la mira sballata gettava alle ortiche due occasioni clamorose: prima calciava, da pochi metri, su Pulvirenti un pallone molto semplice per il suo talento. Poco dopo faceva addirittura il Berardi stile Macedonia, quando con la porta spalancata, centrava Zambuto, che era appena rientrato a coprire gli oltre sette metri di porta. Toccava poi a Nassivera centrare la traversa ed impegnare il portiere avversario. Anche la Sangiorgina aveva avuto un paio di occasione, non sfruttando dapprima una mischia da brividi in area carnica e in seguito con una splendida giocata di Fabio Cristofoli che imbucava per Cavaliere pronto nella conclusione ma murato da una coraggiosa uscita bassa del numero uno tolmezzino. Ce n’era abbastanza, insomma, per prevedere gol e spettacolo. E invece la partita si incanalava verso uno stagnante equilibrio a centrocampo. Gli allenatori, evidentemente, riuscivano a rendere meno zemaniane le loro retroguardie e quindi i portieri avevano molti meno patemi.
Anche la ripresa faceva registrare subito un paio di emozioni. La Sangiorgina andava a legna, nel senso che colpiva due volte i pali della porta avversaria: iniziava Pecile che scagliava un boccone velenoso mascherato da cross con l’antidoto della traversa a salvare Deril Cristofoli. Poi era capitan Nalon , all’interno di un mischia da angolo, a centrare di testa il montante alla sinistra del numero uno di casa. Le emozioni però finivano lì, perché nei restanti minuti tanta prudenza e attenta copertura degli spazi. In un contesto comunque ampiamente sufficiente, spiccavano le prove di Gabriele Faleschini in versione “le prendo tutte io” e il dinamismo al fosforo di Paolini. Direzione all’inglese di Caputo, all’interno di una sfida intensa ma sempre corretta. Se c’era ancora, per entrambe, l’utopia di provare ad avvicinare i play off, questo nulla di fatto attende solo il conforto aritmetico che sancisca l’esclusione.