di Marco Bisiach
Mors tua vita mea. L’antico adagio latino potrebbe essere ciò che, idealmente, il Ronchi vorrebbe o potrebbe dire al Primorec 1966 nell’anticipo del sabato della settima giornata di ritorno del girone B di Eccellenza. E vale pure l’inverso. Già, perché la sventura dell’una, per non usare un termine troppo cruento e restando ovviamente nell’ambito sportivo, corrisponderà alla sopravvivenza dell’altra, in un incrocio che appare dall’esito scontato solo se si guarda ai numeri e alla classifica, ma che invece è ricco di incognite e delicato per entrambe.
Bisogna partire da un dato, incontrovertibile. Se il Primorec 1966 è già, di fatto, destinato alla retrocessione, la matematica fino ad oggi non lo ha ancora condannato. Lo farebbe però se dallo scontro con il Ronchi dovesse arrivare un altro ko, il diciassettesimo in diciotto partite. Che sarebbe allo stesso tempo proprio lo scenario desiderato dagli isontini, che hanno un bisogno disperato di vittorie e punti pesanti per provare ad agganciare quel settimo posto in classifica che è ancora lontano quattro lunghezze (oggi occupato dallo Zaule) e che vale la salvezza diretta senza passare per le insidie dei play out. Calcoli complessi e forse prematuri, ma il concetto è chiaro: è per questi motivi e queste evidenze che il Ronchi per fare un passo in avanti verso la sopravvivenza e la conferma in Eccellenza deve per forza di cose condannare il Primorec alla sentenza definitiva della retrocessione, e viceversa i carsolini tenendo accesa anche la più piccola fiammella della speranza frenerebbero la rincorsa amaranto e renderebbero complicatissimo per il Ronchi evitare i play out.
Calendario alla mano, infatti, scopriamo che quello di sabato pomeriggio è l’ultimo impegno degli isontini contro una squadra di bassa classifica, e per il resto nelle ultime quattro settimane della stagione la strada dei ragazzi di Stefano Gregoratti sarà, sulla carta, decisamente in salita. Ci saranno da affrontare in primis tre delle “grandi” del girone, il San Luigi ancora alla caccia del terzo gradino del podio e magari del sogno play off, la Pro Gorizia e il Torviscosa schiacciasassi, all’ultima giornata. Oltre a loro, il Kras, mina vagante che può essere al contempo avversario abbordabile, se non in giornata, oppure squadra irresistibile, se di luna buona.
Insomma, per ambire a salvarsi nella stagione regolare, il Ronchi ha bisogno di più di una vittoria, e la prima deve cominciare ad arrivare subito, contro il Primorec 1966 che finora ha collezionato la miseria di un punto in tutto il campionato. “Vero, ma guai a credere che sarà una partita facile – avverte il vicepresidente del Ronchi Michele Tuni -. Perchè negli ultimi mesi i carsolini hanno sempre perso di misura, e dato del filo da torcere agli avversari in ogni partita. Si sono anche rinforzati, e noi ricordiamo bene di aver vinto solo al 90’, per 3-2, la gara di andata. Servirà una prestazione di massima attenzione e determinazione, dal primo all’ultimo minuto”.
Superfluo allora anche dare un’occhiata ai numeri, che dicono che il Primorec è la sola squadra che ha segnato di meno del Ronchi (12 gol contro 13), e che ne ha subiti praticamente tre volte di più (60 contro 23). In campo, a Prosecco, tutto questo non conterà più nulla. Conterà per entrambe uscire con la vittoria in tasca al triplice fischio finale. Perchè, sportivamente parlando, mai come in questo caso Mors tua vita mea.