di MASSIMO DI CENTA
L’Udine United ha una storia apparentemente recente: è nata nel 2014, ma in realtà affonda le proprie radici in tempi ben più lontani, esattamente al 1945, quando l’Audace si proponeva di offrire a giovani la possibilità di giocare a calcio. Non c’era un impianto vero e proprio, si giocava dove capitava, nei prati, per le strade e le cose andarono così per una ventina di anni, fino a quando un gruppo di appassionati del pallone costituirono l’Associazione Sportiva Ricreativa Rizzi. Il primo passo della nuova società fu dotare l’associazione di un impianto proprio: l’acquisto del terreno e la successiva spesa sostenuta per costruire campo di gioco e spogliatoi fu interamente sostenuto dai dirigenti a proprie spese, in nome di una passione ed un entusiasmo che con gli anni andava crescendo. Seguirono anni abbastanza complicati, tra difficoltà e grandi sacrifici fino al 1995, anno dell’unione tra l’A.S.R. Rizzi e l’A.C. Forti & Liberi: la fusione assume la denominazione di A.S.R. Libero Atletico Rizzi e fu in grado di ottenere buonissimi risultati soprattutto nel settore giovanile, raggiungendo la non indifferente cifra di quasi trecento tesserati. La nuova società da subito si mette in cerca di collaborazione anche con altre realtà che operano nel territorio e con una di queste, il Cormor Calcio, si fonde, nel 2014, assumendo la denominazione di A.S.R.D. Udine United Rizzi Cormor.
Per quanto riguarda questa stagione, non ci sono obiettivi immediati da inseguire. Non per mancanza di ambizione ma per un giusto discorso di programmazione, come ci conferma Lorenzo Bortolossi, responsabile tecnico ed allenatore dei Giovanissimi Under 15 e Pulcini.
«La politica della nostra società – afferma – è quella di creare una squadra composta da ragazzi cresciuti con noi. Sappiamo benissimo che dobbiamo avere pazienza ma è l’unica via percorribile. Anche per dare un senso a tutto il lavoro che facciamo a livello di settore giovanile. Abbiamo circa 280 tesserati nelle nostre formazioni giovanili che comprendono tutto l’arco dai Piccoli Amici agli Allievi. Non abbiamo la squadra Juniores perché è stato deciso di portare tutti i ragazzi in prima squadra, inserendo qualche elemento di esperienza proveniente da fuori. Ai ragazzi vanno aggiunti quelli della prima squadra e le due squadre di amatori, per cui arriviamo ad un numero di tesserati ampiamente sopra i 300. Sono numeri importanti per la nostra zona».
Immaginiamo un bel dispiegamento di forze per poter gestire tutto il movimento …
«Facciamo sacrifici enormi, perché la gente che si impegna in questo progetto è molto brava, ma siamo in pochi ed è difficile trovare altre persone altrettanto brave e disponibili. Ci sono tante altre società limitrofe che operano nell’ambito del calcio dilettantistico e quindi i numeri sono quelli che sono. Ogni squadra ha il suo responsabile ma deve fare davvero un grande lavoro».
A livello di risorse economiche come vanno le cose?
«Di questo si occupa il nostro presidente Elio Moretti. Penso che viviamo le stesse difficoltà che vive tutto il settore dilettantistico: abbiamo qualche sponsor che ci dà una mano, il chiosco al campo e le quote di iscrizione alla società, modulate in base al periodo di attività di ogni singola squadra».
A livello di strutture come va il discorso?
«La nostra attività è svolta su tre impianti: Capocasale (nella foto di copertina), Cormor e Rizzi e in più abbiamo anche un altro loco, la Casa dell’Immacolata, all’interno del Villaggio San Domenico. Abbiamo ottenuto da poco un contributo statale per fare il terreno sintetico a Capocasale ed in più un altro contributo regionale per l’impianto di illuminazione».