di MASSIMO DI CENTA
Tra i tanti giovani del Fontanafredda, votato alla linea verde, ce n’è uno che magari non ruba l’occhio per il gesto tecnico, ma sicuramente fa la fortuna di Campaner, tecnico dei rossoneri. Parliamo di Davide Simonella, classe 2003, da molti anni ormai di casa al “Tognon”. Davide, per sua stessa ammissione, deve ancora lavorare molto sulla tecnica individuale, ma per il resto ha davvero tutte le carte in regola: la grinta, la voglia di fare, il continuo movimento, le doti di incontrista e la duttilità sono qualità che non gli mancano. A lui, insomma, basta giocare, e per il ruolo non c’è problema. Può infatti agire da terzino, da quinto esterno di centro campo o da centrale, in quel ruolo di mediano, che forse più di ogni altro sa esaltare le sue caratteristiche. Dopo gli inizi col Maniago, ecco il passaggio al Fontanafredda, dove parte dagli esordienti a 9 e arriva dritto dritto in prima squadra. A suo dire, alla sua formazione calcistica hanno contribuito tantissimo tre allenatori: Gianluca Breda, Fabio Lorefice e Alan De Nadai: con loro è cresciuto dal punto di vista caratteriale e soprattutto tattico.
Una passione, quella per il pallone, trasmessagli da papà Egidio, un passato da calciatore, nelle fila di Maniago e Montereale, nel suo stesso ruolo , con, più o meno le stesse, qualità, ma forse con un concetto più geometrico nell’interpretazione del gioco. Più tiepida, nei confronti del calcio, mamma Emanuela, che segue comunque le vicende del figlio, ma più con l’occhio del genitore che con quello dell’appassionata.
Davide, come tutti, ha dei modelli da seguire: uno è Franck Lampard, che alle doti di interdittore sapeva comunque abbinare una qualità decisamente sopra la media, ad una fase di contenimento apprezzabilissima, l’altro è “Ringhio” Gattuso per la sua generosità e il suo spendersi per la maglia.
Per quanto riguarda il suo Fontanafredda, il ragazzo non si nasconde le difficoltà che aspettano la squadra: «Sapevamo che la stagione poteva essere difficile: il campionato corto, i tanti giovani in rosa, tutte cose comunque di cui avevamo coscienza. Eppure siamo in una buona posizione, anche se siamo consci del fatto che la strada per la salvezza è ancora lunga. Se penso però che ad inizio stagione in molti ci davano poche possibilità di salvezza, beh, allora direi che stiamo facendo benissimo. E questo grazie ad un gruppo meraviglioso: siamo davvero tutti per uno, uno per tutti».
Anche sul suo futuro Davide ha un percorso preciso da seguire, nella vita e nel calcio. Attualmente sta finendo il corso di studi all’istituto elettronico “Kennedy” per poi iscriversi all’Università di Torino in ingegneria elettrica. Per quanto riguarda il pallone invece si dice quasi appagato dal fatto di giocare in Eccellenza, ma non nasconde l’ambizione di provare a salire ancora un po’ di categoria.