La rubrica dedicata ai giovani questa settimana ci porta ad Artegna a conoscere Damiano De Monte, classe 2003, portiere alla corte di Ivan Veritti, nel girone B di Prima categoria. Fisico ben strutturato, 80 chili distribuiti in 189 centimetri, Damiano ha iniziato ad 8 anni nell’ Arteniese, prima di approdare alla Buisese con i Giovanissimi sperimentali. Poi, due anni alla Gemonese e al Donatello, dove ha conquistato il titolo di campione regionale. Il suo percorso prosegue a Torviscosa, con il quale, due stagioni fa, ha svolto la preparazione, prima di passare alla Juniores del Flaibano. Lo stop imposto dal Covid lo ha fermato ed è tornato infine all’ Arteniese, dove quest’anno Veritti ha deciso di dargli fiducia, schierandolo quasi sempre da titolare. Per quanto riguarda i suoi allenatori, ricorda con molto piacere Renzo Di Giusto, Brick ed il periodo vissuto alla scuola portieri Cortiula Grendene.
Si dice soddisfatto di essere tornato ad Artegna, per l’ambiente sereno e tranquillo, dove a suo dire, si respira un clima quasi familiare e poi è la squadra del suo paese.
Per quanto riguarda i dettagli tecnici, ci troviamo di fronte ad un portiere molto reattivo e tra i pali sa muoversi con grande disinvoltura. A questo aggiunge un intuito particolare quando si trova a dovere affrontare situazioni di calcio da fermo. Dove invece deve ancora migliorare è nelle uscite alte e nel gioco con i piedi, un fondamentale diventato ormai importantissimo per i portieri.
Papà Rudi, appassionato di calcio, è un suo grande tifoso e lo ha sempre seguito ed incoraggiato nel corso della sua carriera, anche se non ha condiviso del tutto la scelta di tornare ad Artegna: avrebbe preferito fosse rimasto a Flaibano, ma non ha minimamente ostacolato il volere del ragazzo. Mamma Diana è più tiepida nei confronti del calcio, ma spesso va a vedere le partite.
A parere di Damiano, quest’anno l’Arteniese può puntare ai play off, anche se non si nasconde che la concorrenza è sicuramente molto agguerrita.
Molto bello il concetto che ha del calcio: «Siamo dilettanti – dice – ed è chiaro che il primo scopo è quello di divertirsi, senza però perdere di vista il risultato, perché in fondo è quello che ti dà gli timoli giusti per migliorare. Giocare col sorriso, credo che questo sia il segreto. Ai ragazzi che si avvicinano al calcio mi piacerebbe poter dire di provare a fare i portieri senza tensioni, sapendo che l’errore è sempre possibile».