Le reazioni allo stop: nell’Isontino vince il senso di responsabilità

di Marco Bisiach

Ubi maior, minor cessat, dicevano i latini. E come spesso accade, avevano proprio ragione. Così, di fronte ad una questione di enorme importanza come la salute pubblica e la sicurezza, in questi tempi di pandemia, anche il mondo del calcio dilettanti deve fermarsi, attendendo che la situazione migliori.
Proprio per questo motivo lo slittamento della ripresa dei campionati viene accolto con filosofia e senso di responsabilità anche dalle due goriziane di Eccellenza, la Pro Gorizia che sognava di ripartire a gennaio all’inseguimento della gloria, del Torviscosa e del vertice del girone B, e il Ronchi che invece puntava a consolidare il suo ruolo di sorpresa positiva e conquistarsi la salvezza.
Certo la decisione del comitato regionale della federcalcio ha in qualche modo scombinato i piani ad entrambe e soprattutto ai due allenatori, Fabio Franti e Stefano Gregoratti, ma all’indomani dell’ufficialità del provvedimento tutte le riflessioni si concentrano sulla sua utilità, più che sui suoi effetti o sui possibili disagi.
Se si è arrivati a questa decisione è perché purtroppo i numeri parlano chiaro, i contagi sono in aumento ed è normale prendere certi provvedimenti – dice l’allenatore della Pro Gorizia Fabio Franti -. Sapevamo che poteva succedere, già da tempo l’indicazione generale era che l’obiettivo era finire se possibile il girone d’andata, come è accaduto, e poi non si poteva escludere una sosta invernale più lunga. E’ accaduto questo, e ora l’importante è che la situazione migliori e che si possa tornare in campo a febbraio: se succederà vorrà dire che l’emergenza sarà un po’ meno grave a livello generale, e questo è ciò che conta. Faremo ciò che ci verrà indicato di fare”.
Sul fronte sportivo, Franti spiega di aver già pensato a riprogrammare il lavoro in vista della ripresa delle partite, con tre allenamenti settimanali e sfide in famiglia, il sabato, per simulare il più possibile i ritmi e le atmosfere delle partite vere. E non perdere così l’abitudine.

Quell’abitudine che, inevitabilmente, dovrà faticare un po’ più a ritrovare il Ronchi di Stefano Gregoratti, che a differenza della Pro Gorizia protagonista sin quasi a Natale in Coppa Italia si è fermato invece già a fine novembre. E, di fatto, resterà ai box almeno per due mesi. “E’ vero purtroppo. Magari potremo lavorare un po’ di più sul campo nel tentativo di trovare la condizione, cercheremo di farci trovare pronti anche se c’è tanto da fare e non sarà facile, visto che il mercato ha portato solo l’uscita di Iacoviello – spiega Gregoratti -. Il timore è che lo stop possa essere anche più lungo rispetto al mese fissato ora, non possiamo sapere cosa attenderci e in queste condizioni anche programmare diventa difficile”.
Gregoratti però avrebbe preferito provvedimenti ancor più drastici rispetto a quelli adottati. “La speranza è che questo slittamento possa avere effetti positivi, ovviamente, ma non vorrei si trattasse solo di rinviare il problema, per ritrovarci a febbraio nelle stesse condizioni – dice -. Forse sarebbe stato più sensato fermare del tutto l’attività per un mese o poco più, compresi anche gli allenamenti, per limitare realmente la circolazione del virus. Le sole partite ufficiali potrebbero non bastare. Intanto, però, è giusto adeguarsi e rispettare le regole”.
Rispetto e responsabilità, allora. Valori fondamentali anche nello sport, che diventano oggi ancor più indispensabili in questa lunga partita da giocare tutti insieme contro il coronavirus.