di PaCo
Il calcio amatoriale è entrato nel suo dna, la passione per lo sport lo ha reso consapevole che per ottenere risultati, non necessariamente tecnici, ci vuole perseveranza e pazienza. Lui, infermiere di professione, sa che trattare con le persone non è sempre facile e per questo, nella sua squadra, cerca di creare una atmosfera emotivo relazionale serena, che permetta al gruppo di lavorare in tranquillità ed armonia. A prescindere dai risultati sportivi. Stiamo parlando di Fabio Magri che, fatto salvo una parentesi di tre anni nel Val Cosa, gioca nell’Audax di Zoppola da quasi tre lustri e dal 2019 ha preso in mano le redini dell’associazione divenendone giocatore/presidente. Con lui abbiamo fatto una chiacchierata:
E’ calato il sipario sul campionato Pordenone. Che bilancio fai della vostra stagione?
“Quest’anno abbiamo chiuso al quinto posto del campionato rincorsa B. Un buon risultato, non quello a cui aspiravamo all’inizio anche se va sottolineato che infortuni e varie mancanze non ci hanno permesso una continuità di risultati. Siamo comunque sereni, abbiamo fatto il massimo per ottenere il miglior piazzamento”.
Quali sono le squadre che vi hanno messo maggiormente in difficoltà in questa stagione?
“Beh, diciamo che abbiamo avuto un inizio di stagione subito in salita in Coppa, affrontando Casarsa, Arzene e Valvasone, squadre tecnicamente superiori a noi che poi, in campionato, hanno lottato per vincere il titolo. Nel nostro piccolo abbiamo sempre dato il massimo, scendendo in campo con uno spirito combattivo, allo scopo di ridurre il divario tecnico. E diciamo che con questo atteggiamento abbiamo messo in difficoltà le squadre più attrezzate.”
Cosa vi è mancato per poter fare un ulteriore salto di qualità?
“Quest’anno quello che ci è mancata maggiormente è stata la fortuna. Infatti per tante partite, causa l’assenza di giocatori per infortunio, abbiamo dovuto reinventarci. In alcune occasioni, con 10 persone fuori dai giochi, è stata dura. Ma non abbiamo mollato onorando il campo, dando il 100% in ogni occasione”.
Due anni di stop hanno influito su molte squadre. Come siete riusciti a superare le criticità di quel momento?
“Questi due anni hanno segnato un po’ tutti noi, giocatori e dirigenza. In particolare i giocatori più giovani hanno pagato di più questo stop. Piano piano siamo riusciti, grazie alla vecchia guardia e cercando nuovi stimoli, a costituire un bel gruppo e ricreare l’ambiente, sia dentro che fuori dal campo.”
Quali sono i giocatori che non possono mai mancare alle vostre partite? Sia in campo che nel terzo tempo?
“Darò una risposta scontata: essendo uno sport di squadra tutti i giocatori per noi sono importati. Chiaramente, in ogni squadra ci sono quelli più o meno tecnici, ma la nostra forza, da anni , è il gruppo. Se poi focalizziamo qualche situazione direi che un valore aggiunto lo hanno dato i nostri portieri. Abbiamo un bel turn over di estremi difensori e tutti si sono dimostrati all’altezza entrando anche nelle varie top 11 del campionato.”
Audax significa osare, avere coraggio. Secondo te queste doti appartengono più alla dirigenza o alla squadra?
“Bella domanda. Credo che questa dote possa essere divisa al 50 %. A livello dirigenziale sono quasi 30 anni (li festeggeremo il prossimo anno) che facciamo parte del mondo amatoriale. Un gruppo di amici che dal nulla, sta dedicando tempo e passione, anno dopo anno, per dare la possibilità a tutti di poter vivere quest’esperienza calcistica. Dall’altra parte la squadra, lo dimostra il campo, capace di giocare ogni partita col coltello fra i denti osando anche con squadre sulla carta più dotate. Ecco il coraggio sta da entrambe le parti.”
Infine, un tuo obiettivo personale nel calcio amatoriale?
“Più che personale direi di società. Stiamo lavorando per consolidare la squadra e la mentalità amatoriale nel territorio. Investiamo tempo ed energie nella valorizzazione del campo che abbiamo in gestione e nei rapporti con le altre società calcistiche del comune con la speranza di vedere questa società giocare ancora per lunghi anni. Cerchiamo di coinvolgere un maggior numero di giocatori e sostenitori per dare continuità a questo progetto. Credo che questo sia il nostro reale obiettivo.”