LCFC, Carlo Silvestri: sogno un over interregionale

di PaCo

Un imprenditore edile, passionale e tenace, un buon giocatore le cui doti tecniche non di particolare rilievo, sono bonificate da volontà e spirito di abnegazione. Ha sempre giocato a calcio anche se un periodo, per motivi personali, ha dovuto smettere. Alla soglia dei 40 anni alcuni amici lo hanno nuovamente coinvolto facendolo rientrare nel calcio amatoriale. Da allora non si è più fermato e il suo impegno è sempre stato costante, sia da giocatore che da dirigente di squadra. L’interpretazione di quest’ultimo ruolo è stato notato dai dirigenti della Lcfc che, percepiti i valori con cui gestiva le sue rose, gli hanno proposto di entrare in un contesto dove avrebbe potuto far valere le sue idee per provare a migliorare il campionato in cui gioca. Ha accettato con entusiasmo e, dopo un breve periodo di “apprendistato”, ha dato il suo assenso a proseguire un avventura in cui, in virtù delle sue doti di indipendenza gestionale, gli è stato conferito l’incarico di corresponsabile dei campionati over di calcio a 11. Parliamo di Carlo Silvestri (in foto con la maglia grigia). Le sue donne, è padre di tre figlie, gli hanno insegnato la pazienza e la perseveranza, caratteristiche che trasmette, oltre che nel suo lavoro, anche nell’ambiente della Lcfc dove Carlo è ritenuto una persona socievole, di compagnia, che ama impegnarsi in ciò che crede. Il suo carattere lo porta talvolta a essere un decisionista ma è anche un uomo a cui non piace parlare troppo senza dimostrare nei fatti ciò che ritiene sia giusto. Lo abbiamo intervistato.

Carlo, da qualche mese sei entrato nel mondo della Lega Calcio Friuli Collinare. Che ambiente hai trovato?
L’ambiente della Lcfc che mi ha accolto era ed è un ambiente amichevole, volenteroso e impegnato. Sono arrivato operativamente nel bel mezzo della pandemia per cui quasi tutte le attività erano sospese e la dirigenza si era concentrata su un’attività importante quale l’aggiornamento della normativa”.

Prima di acquisire il ruolo di corresponsabile Over insieme a una figura storica come quella di Adriano Cantoni, eri dirigente in una squadra. Ora che sei seduto su una poltrona dirigenziale i tuoi vecchi compagni di squadra come hanno accolto questa novità?
Premesso che sarebbe una domanda da rivolgere a loro più che a me, posso esprimere le mie sensazioni su ciò che ho ricevuto dalle persone più vicine, ovvero il Presidente e i dirigenti della mia squadra. Tutti hanno espresso la loro soddisfazione per il ruolo per cui ho deciso di dare disponibilità, augurandomi “buon lavoro” e sottolineando la necessità per le squadre di avere una persona di riferimento che potesse contribuire a migliorare l’organizzazione dell’attività dei campionati Over”.
Da dirigente LCFC devi valutare le decisioni da prendere a 360 gradi , tenendo presente aspetti e problematiche che a livello di squadra magari non conoscevi. Una buona organizzazione, a prescindere, dalla disciplina o della categoria, quanto deve essere dettagliata e precisa?
“Mi ritengo una persona pragmatica e molto tecnica. L’organizzazione, per me, è un aspetto molto rilevante. Una buona impostazione delle attività e soprattutto una visione a medio/lungo termine permette di organizzare bene qualsiasi cosa e di lavorare meglio, evitando sprechi di tempo e, soprattutto, di discutere più volte delle stesse cose. Ritengo anche che questo permetta ai tesserati delle squadre, nostri interlocutori principali, di poter vivere un ambiente in cui percepiscano una forte stabilità a livello dirigenziale rafforzando ancor di più la fiducia che hanno nella Lcfc, ambiente che può crescere ancora molto, sotto vari punti di vista, non ultimo quello della promozione di ulteriori attività sportive
”.

Tu sei un imprenditore. Quali concetti ti piacerebbe inserire nell’organizzazione della Lcfc?
Devo dire che alcuni concetti che sposo li ho trovati nella Lcfc dove personalmente rafforzerei le idee di “organizzazione” e “pianificazione”. Sono due temi che vanno a braccetto e quelli che ritengo permettano di ottenere i migliori risultati, e l’ottimizzazione delle energie, soprattutto in un contesto di volontariato, che vengono profuse da tutti i dirigenti per offrire un’attività sportiva di buon livello. Nessuno è esente da errori, ma si può sempre migliorare per ridurli”.

Anche se è poco tempo che ti sei insediato, quali sono le criticità che le squadre hanno manifestato durante la ripartenza successiva a quasi due anni di stop dovuti alla pandemia?
Ciò che ho percepito e che mi sembra ovvio e riscontrabile, non solo in seno alla Lcfc, in generale nella vita sociale di oggi, è l’incertezza. Incertezza di poter ripartire, i dubbi sulle situazioni che potrebbero verificarsi durante il campionato. Ma ho anche avuto conferme che il calcio ci appassiona fin da quando eravamo bambini e che la voglia di partecipare non ci ha mai abbandonato. Dobbiamo imparare a convivere con queste situazioni, non possiamo modificare questo stato. D’altronde quasi due anni di inattività ha lasciato uno strascico pesante in molte squadre che però ora hanno ripreso con coraggio, voglia e dedizione. Per quanto ci riguarda vogliamo comunicare alle squadre che la nostra presenza, la nostra passione per questo sport, sono una certezza per il prossimo immediato futuro

Il tuo percorso è appena iniziato ma so che hai già dei progetti per far crescere il movimento over. Ne puoi parlare?
Nell’immediato bisogna focalizzarsi sulla gestione dei campionati ordinari, creare un movimento positivo che possa portare ad un’ulteriore crescita dell’attività in tutta la regione. Una volta che ci sarà una stabilizzazione sul nostro territorio, l’idea è valutare la possibilità di avvicinare ulteriori squadre dal vicino Veneto. Poter diventare un’attività Over interregionale sarebbe per me un risultato di grande soddisfazione”.

Foto Credito: Paolo Sant