IL TRIVIGNANO VUOLE RIPRENDERSI UN PO’ DELLA SUA STORIA

di MASSIMO DI CENTA

Il primato nel girone D di Seconda categoria conquistato domenica scorsa è un altro piccolo passo del Trivignano che vuole riprendersi almeno un pò della sua storia. Una storia importante, quella del sodalizio bianconero, iniziata nel 1954 e che ha visto i tempi d’oro dell’Interregionale, categoria mantenuta per ben 5 anni, in quello che può definirsi un piccolo miracolo sportivo se rapportato ad un paese di 1600 abitanti, 14 dei quali, in quegli anni ruggenti, facevano parte di quella squadra. Ed erano anche decisamente bravi. Bravi ed attaccati al loro paese, rinunciando a giocare in altre formazioni. Profeti in patria, insomma, che quasi mai è circostanza scontata. Poi come tutte le belle favole, anche quella del Trivignano conobbe tempi decisamente meno gratificanti. Gli anni 2000 segnano il punto più basso nella storia del club: probabilmente un cambio generazionale che non ebbe le persone giuste a fare da tramite al passaggio dai trionfi ai tonfi. Il vecchio presidente Luciano Zof provò anche a riprendere in mano la squadra, con l’affetto e le capacità dimostrati nei precedenti anni, ma non riuscì ad invertire la tendenza. L’anno dopo sulla scena compare Matteo Menarbin, l’attuale presidente che si trovò a fare i conti con un ambiente ai minimi termini, senza nemmeno un settore giovanile da cui ripartire. Adesso il settore giovanile, indispensabile per garantire continuità, può contare sulla formazione juniores come serbatoio immediato per la prima squadra. In più esiste una collaborazione col Visco per le altre categorie. Il presidente si dice molto contento dei suoi ragazzi, 8 dei quali hanno già esordito in prima squadra, ed indipendentemente dai risultati vuole assicurare il percorso di crescita necessario per trovarsi poi in casa giocatori pronti.

«Sono molto soddisfatto del lavoro che sta facendo l’allenatore Vecchiet – afferma – soprattutto per la collaborazione strettissima con il tecnico della prima squadra Ermano Sinigaglia. Quest’ultimo ha accettato e condiviso il nostro progetto di provare a ripartire, con lo stesso entusiasmo di tutto l’ambiente».

Il primato appena conquistato darà ancora più spinta.

«Beh, i risultati aiutano, senza dubbio e stiamo tornando a riportare la gente al campo, nonostante l’età media del paese sia piuttosto alta. Rivedere in tribuna gente abituata al Trivignano dei tempi d’oro è un segnale che ci dà fiducia e rappresenta in qualche modo l’apprezzamento per il lavoro che stiamo facendo».

Si può tornare a pensare un po’ più in grande allora?

«Credo che sia opportuno mantenere umiltà e un profilo basso: il campionato è lunghissimo ed alla fine a vincere sarà solo una. Mi dà fiducia il fatto che nonostante i molti infortuni e la rosa mai al completo siamo dove siamo. Poi bisogna tenere in considerazione il fatto che la squadra è molto giovane e con i giovani, si sa, bisogna mettere in preventivo qualche sorpresa».

Dal punto di vista delle risorse come ve la passate?

«Per quanto riguarda le risorse umane molto bene. Tutti stanno veramente svolgendo i lori compiti con grande profitto. Per quanto riguarda la situazione dal punto di vista economico, credo di poter dire che siamo in linea con le difficoltà che sta vivendo il calcio dilettantistico in generale. Il periodo non aiuta, purtroppo».

Chiosco e biglietto d’ingresso al campo, insomma, sono le risorse più importanti?

«Diciamo di sì. Il nostro impianto poi è davvero bello. Abbiamo una struttura funzionale: tribune coperte, il campo principale e uno di sfogo e presto avremo anche un campetto sintetico di calcio a 5 utilizzabile per alcune sedute di allenamento tattico. Il Comune è abbastanza sensibile alle nostre esigenze, compatibilmente al fatto che è espressione di una realtà molto piccola».

Nella foto di copertina il presidente Matteo Menarbin