di PaCo
A volte certi ruoli nascono per necessità e chi li assume poi diventa un punto di riferimento, una guida da seguire. E’ la storia di Giuseppe Parente che, per aiutare la squadra in un periodo di difficoltà, accetta di diventare il timoniere della Lokomotiv Trivignano. Una scelta rischiosa perché prima non si era mai cimentato in un ruolo così delicato. Un salto nel buio che non lo ha spaventato. Anzi, gli ha dato stimoli e coraggio, doti che associate alla sua grande passione per il calcio, lo stanno portando a creare un gruppo vincente. Ma senza impazienza. Chissà se ha preso a riferimento una frase di Goethe che citava: “come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta”. Infatti Giuseppe non si vuole fermare, ha imparato dalla sua vita che per centrare un traguardo ci vuole sacrificio, convinzione, rispetto, impegno. Per questo studia esercizi per migliorare gli aspetti tecnico tattici e lavora sulle componenti psicologiche per provare a far sentire tutti parte di un unico progetto. Il suo carattere gioioso, un atteggiamento positivo, la sua dialettica, che spesso lo porta a raccontare qualche aneddoto, il modo di fare, sono delle ottime leve per dialogare con un gruppo di ragazzi più giovani con i quali ha creato grande empatia. In Friuli da 23 anni, ha sempre dimostrato che su di lui si può contare, anche nel Tissano 84 dove ha giocato per molti anni. Lo sanno i suoi attuali dirigenti che possono fare affidamento su Giuseppe anche per la gestione ordinaria della squadra e dell’impianto sportivo. Insomma, una persona speciale che nel calcio amatoriale ha trovato un ambiente dove mettere in pratica i suoi ideali.
Giuseppe, come mai la scelta di allenare una squadra di amatori?
“A inizio stagione erano emerse alcune criticità in società tra cui la mancanza di un allenatore. La dirigenza, considerando la mia esperienza come giocatore, i molti anni passati sui campi di gioco e, forse anche per l’età anagrafica che inizia a farsi sentire, ha deciso di affidarmi il ruolo. Per questo ci tengo a ringraziare tutto il gruppo Lokomotiv, dai dirigenti alla squadra, per la fiducia che mi hanno dato.”
C’è qualche allenatore che ti ha ispirato o del quale ti piacerebbe copiare i suoi dettami di gioco?
“In realtà devo questa grande passione per il calcio a Zio Metto (zio di primo grado) che da bambino mi portava a vedere le sue partite e veniva a guardarmi giocare nelle giovanili del paese. Mi trasmetteva quei valori del calcio che forse oggi mancano. Se poi vogliamo andare su allenatori professionisti direi che Ancellotti e Italiano sono due mister che personalmente seguo e stimo.”
Mister, ogni allenatore prova a trasmettere dei valori ai suoi ragazzi. Nel tuo caso cosa vorresti trasferire alla squadra?
“Nota dolente questa! Ho in rosa dei ragazzi favolosi, tecnicamente e atleticamente preparati ma manca quella grinta e quella tenacia che avevo io quando giocavo. Tra i miei obbiettivi come allenatore è proprio quello di trasmettere quella sana adrenalina calcistica che sento dentro anche da bordo campo. Spesso e volentieri in queste categorie quest’atteggiamento fa la differenza.”
Per un allenatore, soprattutto in campo amatoriale, è difficile fare delle scelte. Come riesci ad accontentare tutta la rosa a disposizione?
“E’ molto difficile gestire questa situazione. Avendo una discreta esperienza nel mondo amatori è uno dei punti ( forse il primo ) che ho toccato nei miei primi discorsi alla squadra. Nello spogliatoio ho chiesto a tutti quali fossero gli obbiettivi in questo campionato e la risposta è stata quella di essere competitivi. Ma poi non nego di aver affrontato discussioni proprio perché qualcuno aveva meno spazio di altri. In linea di massima però cerco sempre di accontentare tutti.”
Il Lokomotiv, dopo una prima fase giocata ad alti livelli, ora sta facendo fatica a ritrovare la sua identità: Cos’è successo?
“E’ una domanda complicata. Credo sia solo un discorso mentale (forse le troppe partite) o forse l’aver trovato squadre che ci credevano di più. E’ anche vero che se dovessi fare un esame oggettivo, abbiamo preso dei goal per distrazioni o regali. Situazioni che fanno parte del calcio”.
Mancano due partite alla fine del campionato. Con quale spirito e obiettivi le affronterete?
“L’obbiettivo è quello di dare il massimo in questa fase finale. Come abbiamo dimostrato le potenzialità le abbiamo, dobbiamo crederci un po’ di più.”
Se potessi decidere di potenziare la squadra in che reparto vorresti intervenire?
“Al momento per le mie idee di gioco, sicuramente necessiteremmo di una prima punta. In rosa non l’abbiamo e per un 4-2-3-1 ( il modulo che a me piace e che non uso quasi mai) è fondamentale avere un attaccante che faccia determinati movimenti. Ma abbiamo anche qualche criticità in difesa. Servirebbe un difensore ( terzino/centrale ) perché non abbiamo molti ragazzi in quel settore e spesso devo sempre adattare giocatori al ruolo. Innesti che servirebbero anche per avere qualche ricambio per alternare i giocatori e farli riposare”.
C’è un rito propiziatorio/scaramantico che fai prima di ogni partita?
“Ho origini meridionali quindi sicuramente si. Non sono comunque esageratamente superstizioso, diciamo che indosso sempre un capo vestiario che mi ricorda Zio Metto,( visto la prematura scomparsa ). E’ come avere sempre un consigliere al proprio fianco durante la partita”.
In una squadra ci sono sempre degli elementi su cui fare affidamento. Quali sono nella Lokomotiv?
“I cosi detti vecchi sono quelli che per mentalità ed esperienza forse fanno la differenza nello spogliatoio. Dietro a loro c’è anche un gruppo di dirigenti che si sacrifica per portare avanti questo nuovo percorso intrapreso e cercar di non far mancare niente alla squadra.”
Quali sono invece giocatori della sua squadra che hanno maggiori qualità tecniche e quali quelli che hanno una funzione aggreganti ?
“Mi sento fortunato come primo anno da mister perché in rosa ho giocatori che potrebbero giocare ad alti livelli e che spesso, con delle giocate singole, fanno la differenza. Fare dei nomi non è rispettoso per il gruppo perché credo che tutti, a seconda delle loro caratteristiche, diano un grande contributo”.
Qual è la forza della Lokomotiv e dove ci sono margini di miglioramento?
“La forza della Lokomotiv arriva dall’amicizia che tanti giocatori hanno tra di loro, dalle loro doti tecniche, dalla serietà negli allenamenti e dal senso di appartenenza che hanno verso una maglia che in ambito amatoriale ha sempre fatto bene. Migliorare ? Sicuramente, credo che tanto dipenda anche dalla mia crescita come mister. Sto dando tanto a questi ragazzi e loro stanno dando tanto a me. In primis devo migliorare sicuramente nella comunicazione e nel far capire meglio qualche situazione di gioco. Questioni di carattere credo, ma se dovessi fare una analisi di me stesso, da settembre a oggi qualche cambiamento c’è stato. Comunque a prescindere da come finirà questo campionato, sono molto soddisfatto.”