di Francesco Coccioli
La compagine che più stupisce gli addetti ai lavori per l’Eccellenza del FVG è senza dubbi il Tricesimo, ad ora la seconda forza del girone A. A conferire agli azzurri un’impronta identitaria nel carattere e nella tattica, tanto da tramutarla in una Cenerentola, è la rivelazione Stefano Chiarandini.
In effetti, a tre giornate dalla conclusione della regular season, nessuno si sarebbe mai aspettato i tricesimani in piena zona play off. Se i titoli di underdog e outsider non bastano, integrano una tale gloria gli encomi di mister Barbieri. Il Tricesimo è l’unica a uscire a testa alta dal Tesolin.
In fase difensiva, il 4-3-3 della formazione azzurra serra con quasi tutti gli uomini i ranghi, per ricercare l’annullamento spasmodico di ogni possibile spazio di gioco per gli avversari. Grazie al mantenimento di posizioni sempre molto ravvicinate e dietro la linea della palla da parte di tutti, gli oppositori sono costretti al fraseggio veloce per un qualche eventuale varco. Spesso, però, il dettame di ordine di Chiarandini permette ai suoi di oscurare ogni occasione di manovra altrui e, alla prima giocata rischiosa, di recuperare il possesso e colpire con delle repentine verticalizzazioni.
In fase offensiva, l’attenzione tattica del Tricesimo si esalta in un incantevole sviluppo di gioco. Infatti, in caso di transizione attiva, gli azzurri si proiettano in abbondanza ad attaccare la profondità e la porta. Sempre con la verticalità e la rapidità, l’azione è architettata dal basso, già con il coinvolgimento del portiere. In questo scacchiere sono fondamentali gli esterni bassi, chiamati a delle costanti sovrapposizioni a tutta fascia. La peculiarità sono i tre di attacco: dei veri e propri falsi 9, che svariano senza mai fornire un minimo punto di riferimento ai difensori opposti.