A NOI BATTE ANCORA IL CORAZON …

Se n’è andato il più grande di sempre. Sì, perché Diego Armando Maradona è stato il più grande di sempre. E Pelè? Subito dietro, ma dietro. Perché Pelè non si è mai misurato con i difensori europei, non ha mai trovato un Goikoetxea e poi giocava in un calcio in cui i ritmi non erano così alti. Maradona invece ha dispensato la sua tecnica in un calcio che stava velocizzandosi e ai cui interpreti si richiedevano muscoli e centimetri.

C’è una partita che sintetizza forse la sua carriera e la sua vita: Mondiale in Messico 1986, 22 giugno, quarti di finale. Si gioca Argentina – Inghilterra, partita iniziata 4 anni prima in ben altri scenari, le Falkland. La tensione tra i due paesi è al massimo ed è difficile considerare una partita fuori da un contesto generale. Eppure quel giorno si pensa solo al pallone, anche se per tutti è una partita storica. Ebbene, quel giorno, Diego Armando Maradona decise di scriverla lui la storia. Ci impiega 5 minuti, all’inizio del secondo tempo. Prima segna un gol di mano che il VAR di oggi avrebbe smascherato in un secondo con un semplicissimo silent check. E invece lui la fece franca, scomodando addirittura Dio che avrebbe guidato la sua mano. Ma siccome si rese conto che tutto il mondo aveva potuto vedere quella “furbata”, beh, allora decise di bonificarla 5 minuti dopo, quando partendo da centro campo arrivò in area come in un’azione da Play Station. Il gol del secolo. Punto. Perché voluto proprio così: una rovesciata è bella ma è un attimo, un attimo di combinazioni favorevoli, così come la botta da 30 metri che becca il sette. Quella no. Quella era un’azione iniziata a centro campo con difensori scartati come paletti di uno slalom.

E in quei due gol c’era tutto il suo genio e la sua sregolatezza. La sintesi perfetta di una vita vissuta al limite, un limite spesso anche superato. E per questo in molti dicono: giocatore immenso, ma uomo piccolissimo. E chissenefrega. Possiamo forse provare compassione per l’uomo, o rabbia, o lasciarci andare a giudizi moralistici. Ma in fondo, a chi ha nuociuto tutta la sua sregolatezza? A lui, solo a lui. Nessuno davanti a un quadro di un pittore famoso o a un pezzo di un musicista pazzo fa le pulci alla sua vita privata. Ai geni si chiedono capolavori. Punto. E lui di capolavori ce ne ha fatti vedere talmente tanti e a noi che lo abbiamo visto, sì, insomma, ci batte ancora il corazon! …