di PaCo
Se si potessero sommare dei punti tra le squadre che più volte hanno sfiorato la vittoria finale il Forgjarins avrebbe un bel vantaggio sulle avversarie. Tendenza che il team di Forgaria vuole invertire cercando di coltivare le speranze per poter vincere il campionato Friuli Collinare di calcio a 5. Le ambizioni sono parte della natura del suo presidente Mattia Molinaro, un ingegnere informatico, mestiere che richiede programmazione, senso critico, capacità di “problem solving” e spirito di adattamento. Doti che trasla anche sulla gestione della squadra dove richiede spirito di gruppo, amicizia e lealtà, caratteristiche che sono, oltre ai motivi perché questa società è ripartita, una ricetta vincente per provare a creare una dimensione vincente.
Voi siete di Forgaria. Com’è nata l’idea di organizzare una squadra di calcio a 5 nel vostro paese?
“La squadra nasce nel 2009. C’è sempre stata un’importante partecipazione calcistica nel comune e in tutta la vallata (Val D’Arzino) tanto che, molti calciatori, invece di trovarsi a giocare solo il martedì sera, decisero di creare una squadra che partecipasse a manifestazioni amatoriali”.
Dopo un bel girone eliminatorio ora siete inseriti nel gruppo dove si lotta per il titolo. Con quali obiettivi?
“Vero, ci troviamo in lotta per il titolo ma la cosa non ci sorprende; piuttosto siamo rimasti un po’ scossi dalla lunga sosta di tutti i campionati e il rientro ci ha colti impreparati. L’obiettivo è solo uno: mantenere il gruppo forte e unito come siamo sempre stati. Poi c’è il sogno: riuscire a vincere un campionato perché, se andate indietro negli annali, noi siamo gli eterni secondi”.
Dimmi tre nomi che non possono mai mancare nella tua squadra.
“Direi Nicola Quas: spirito di sacrificio, cuore e fiuto del gol. E’ il Ciro Immobile di Forgaria (non come quello in nazionale) visto che lo prende pure al fantacalcio. Poi c’è Federico Quarino, uno degli storici componenti del Forgjarins: tanta corsa e tecnica. Quando decide di vincere non c’è n’è per nessuno. Tra gli indispensabili inserirei anche Ricardo Quarino, fratello maggiore di Federico. In campo ha un carattere fumantino ma ha anche tanto cuore. Ha giocato le prime 3 giornate in porta, segnando pure un gol. Ricardo ha avuto una finestra di un paio di stagioni all’Udinese Futsal, ma il cuore l’ha riportato da noi. Ha tecnica, classe e qualità: se risolvesse alcuni aspetti del suo carattere e in campo fosse meno egoista, non sarebbe a giocare con noi”.
Quali sono le squadre con cui avete giocato quest’anno, più difficili da incontrare?
“Dopo averle viste posso fare tre nomi: Pol.Lizzi, team dove si è notato un gruppo compatto, frutto anche di un allenamento costante che noi non abbiamo. Quando troviamo squadre organizzate e preparate come loro andiamo in difficoltà. Altra squadra difficile è l’Aquileia: con loro abbiamo maturato la sconfitta più pesante della stagione. Ci giustifichiamo solo perchè è stata la prima partita dopo il rientro dalla sosta. E poi c’è il Mereto, anche se siamo riusciti a spuntarla, è un team in cui si sono notate qualità e organizzazione. Non a caso, nella prima fase, hanno chiuso il girone da primatisti”.
I vostri giocatori che tipo di esperienze calcistiche hanno?
“Sono tutti giocatori che hanno giocato nei dilettanti, qualcuno puo’ essere considerato una promessa non mantenuta. Mario Garlatti e Lorenzo Galante in particolare, coloro che sono arrivati più vicini al professionismo, ma anche Ricardo Quarino quando ha avuto esperienze all’estero. Tutti gli altri hanno giocato tra terza categoria ed Eccellenza”.
Nel calcio a 5 si gioca solitamente a rombo. Voi che modulo preferite adottare?
“Ovviamente il rombo è il modulo più facile da applicare ma anche quello più facile da “bucare”. Tendiamo a cominciare con quel modulo per andare poi ad adattarci a gara in corso. Ci sono fasi di gioco che richiedono maggiori rischi dove ci schieriamo a quadrato o dove applichiamo l’ 1-1-2. Il calcio a 5 è uno sport veloce e richiede velocità di pensiero sia in campo sia in panchina. Certi cambi di modulo devono essere variati nel momento giusto anche se bisogna tener conto delle tante variabili, dai giocatori a disposizione, agli avversari, al punteggio, etc”.
Molti sostengono che la divisione tra Friuli Collinare c5 e campionato amatori abbia portato un innalzamento della qualità nel vostro campionato. Qual’è il tuo parere?
“Sono d’accordo con tale affermazione, infatti il divario si è visto in coppa. Secondo il mio parere questa suddivisione va mantenuta perché, a parte il livello tecnico, è bello confrontarsi con altre realtà”.
Cos’è per voi il fair play?
“Il fair play è lo spirito di lealtà e rispetto dell’avversario prima delle regole. Ho visto, purtroppo, qualche hanno fa, un direttore di gara sbagliare così tante decisioni che le due squadre facevano come reputavano giusto: un rigore inesistente è diventato un passaggio al portiere, rimesse laterali assegnate al contrario restituite all’avversario. L’arbitro ha minacciato di sospendere la partita ma secondo me quella è stata una grande manifestazione di fair play, seppur non piacevole”.