di PaCo
Oggi conosceremo un associazione dal nome singolare: A.S.D Sbregabalon. Questo termine, come definito dai dizionari, ha una spiegazione marinaresca, significa andare velocemente con un potente vento in poppa, sulla vela principale, il balon appunto, che per il forte vento, avrebbe potuto rompersi, sbregarse (in veneto strapparsi). Organizzatore principe di questo sodalizio è Luca Felettig, persona votata all’organizzazione e a cui piace avere tutto sotto controllo. Una sorta di generale, disponibile, rispettato e ben voluto, che controlla i suoi uomini insegnandoli a dare sempre il massimo in qualsiasi situazione, anche nel calcio, una delle sue passioni. I suoi interessi spaziano anche in altri ambiti sportivi, dalla pesca allo sci,al paddle ma Luca non disdegna viaggiare e conoscere nuovi mondi. Una mentalità aperta che applica anche nelle sue attività imprenditoriali e sportive. Dal novembre 2021 però qualche prospettiva è cambiata: la nascita di sua figlia Camilla lo ha coinvolto particolarmente, tanto che la maggior parte del tempo libero è dedicata proprio a lei. Lo abbiamo intervistato:
Iniziamo con una curiosità: come mai avete voluto chiamarvi Sbregabalon?
“Il nome è da attribuire a uno dei soci fondatori, Andrea Canestrello. Era il 2007, avevamo deciso, invece di fare le solite partitelle tra amici, di provare a partecipare a un vero campionato di calcio a 5. La solita riunione per pianificare le varie attività quando, senza indugio, il Catta (Canestrello) sentenziò: Sbregabalon! Da allora quel nome ci accompagna nelle nostre avventure sportive”.
Le regole legate al Covid hanno creato parecchie difficoltà organizzative per chi pratica sport al chiuso. Come siete riusciti a superarle?
“Noi abbiamo la fortuna di giocare ed allenarci in una struttura privata che è molto attenta ai protocolli, e fin da subito, si è dotata di tutti i dispositivi richiesti : termoscanner, gel, registro presenze. Questo ci ha semplificato molto la vita, sgravando noi dirigenti di numerose incombenze (ad esempio è la struttura stessa che controlla green pass e aggiorna il registro presenze). Inoltre avendo a disposizione numerosi spogliatoi, in caso di allenamenti o partite con tanti atleti, riusciamo a mantenere il distanziamento distribuendoci. Il resto devo dire che lo hanno fatto i nostri tesserati, al quale va un ringraziamento per l’attenzione che mettono nel seguire le direttive”.
Ogni squadra si pone degli obiettivi a inizio stagione. Quali sono i vostri?
“Noi partecipiamo dal 2007 ai campionati della LCFC, e devo dire che qualche soddisfazione ce la siamo tolta, vincendo 4 finali di Coppa Amatori, e giocandoci ogni stagione fino all’ultima partita. Ma l’obiettivo principale resta il divertimento, quindi anche quest’anno siamo partiti con l’obiettivo di divertirci, senza avere l’assillo di dover vincere qualche trofeo a tutti i costi. Devo dire che per il momento la stagione è stata più che positiva, abbiamo passato il turno di coppa (dove c’erano anche squadre di categoria e atleti molto giovani) e al momento siamo terzi in classifica con 3 partite in meno della prima della classe. E sottolineo, che mai come quest’anno, il livello del campionato amatori LCFC si è notevolmente innalzato”.
Nel calcio amatoriale, solitamente, si fatica a trovare dirigenti. Qual è la situazione nel vostro caso?
“Fare il dirigente in un’associazione amatoriale è un bell’impegno, non lo nego, ma regala anche tante soddisfazioni. Noi siamo 5 dirigenti, la gran parte sono anche giocatori, quindi ci sdoppiamo nel nostro ruolo, consapevoli di dover tante volte fare i salti mortali per far combaciare i nostri impegni. Per questo oltre al Presidente Grion e al dirigente Varutti, ci tengo a ringraziare particolarmente Sergio Pizzi, che da anni ha riposto le scarpette per dedicarsi al ruolo di allenatore della nostra squadra, e Renzo Goi che dal 2019 è il Responsabile a tutto tondo della nostra squadra di over 40, i G-Old Sbregabalon”.
Tu sei dirigente e giocatore. Ti ritieni più preparato in veste dirigenziale o come atleta?
“Questa è una domanda trabocchetto. Sicuramente, dopo tanti anni da dirigente nel calcio a 11 e 5, credo di essere un valore aggiunto per la mia associazione. Però giocare è la mia passione, finchè ci riuscirò continuerò, anche se gli anni passano e la condizione fisica non è più quella di una volta. Credo però di poter dire ancora la mia anche in campo”.
Il terzo tempo è un plus di cui molte squadre di calcio a 11 dispongono. Più difficile organizzarlo nel calcetto dove le strutture sono prive di chioschi. Voi organizzate il post partita?
“Sicuramente il chiosco è un vantaggio non da poco per le squadre le quali, in molti casi, si pagano l’intera stagione solo con i suoi proventi. Nel calcio a 5 è molto raro incontrare strutture ed associazioni che abbiano il chiosco, noi però a nostro modo il terzo tempo lo organizziamo comunque. Nel dopo partita l’appuntamento fisso è al Floor2020 di Cividale, pizzeria che ormai è da 5 anni il nostro fedele sponsor. Così fra una pizza ed una birra passiamo la serata, e non è raro che anche le squadre avversarie si aggiungano alla nostra tavolata. E la sponsorizzazione ci aiuta a far fronte alle spese vive che un campionato richiede”.
Chi è il giocatore più forte nel terzo tempo?
“Sicuramente gli aneddoti del nostro Presidente Giancarlo Grion la fanno da padrona in ogni post partita”.
Chiudiamo con un saluto.
“Vorrei ringraziare i nostri sponsor, tutti i giocatori che hanno sposato la nostra passione ed i nostri valori. Inoltre un in bocca al lupo alla nostra squadra di Over 40, che forse per la prima volta quest’anno riuscirà a finire un campionato per intero”.