La Pro Gorizia e il senso dei gol

di Marco Bisiach

Nel giorno in cui, per la prima volta da ottobre in campionato, ha visto festeggiare insieme le sue due stelle d’attacco, la Pro Gorizia si è riscoperta ancora una volta fragile in difesa. Proprio lei che, della difesa, era stata a lungo regina in Eccellenza. Domenica nel pirotecnico 3-3 contro il Chiarbola Ponziana sono andati a segno sia Ciro Lucheo che Matteo Gubellini, che non timbravano in tandem il tabellino dal 2-0 rifilato al Sistiana Sesljan praticamente un girone fa. Una buona, ottima notizia, per mister Fabio Franti, visto che ci avviamo verso le fasi più calde della stagione, che Lucheo sta ritrovando la continuità realizzativa e che il “Gube” (che è pur sempre il bomber principe di questa Pro Gorizia) ha rotto il digiuno infilando la prima rete del suo personalissimo 2022. Accanto a loro, una certezza, nella sostanza e nei numeri, quel Jacopo Grion che con la fascia di capitano al braccio sta letteralmente trascinando i suoi e che contro il Chiarbola Ponziana ha realizzato il terzo gol nelle ultime quattro partite, salendo a nove marcature stagionali. Niente male davvero per un centrocampista che, peraltro, dall’arrivo di Daniel Bradaschia sta agendo soprattutto come vertice basso e regista puro, seppur con libertà di svariare e licenza di segnare. Quando e come possibile.

Sin qui i numeri dell’attacco, che sono sempre stati più che lusinghieri per i goriziani e continuano ad esserlo, visto che quello biancoazzurro è il secondo miglior reparto avanzato del girone B d’Eccellenza: 40 gol contro i 51 del “solito” Torviscosa, dato questo però in qualche modo influenzato dal clamoroso e probabilmente episodico 12-1 che la capolista rifilò a domicilio alla seconda di andata ad un Primorec allora ben più indifeso di quanto non sia oggi. Poi c’è la difesa, ed è qui che le cose ultimamente sembrano essere cambiate, non in meglio. La Pro Gorizia aveva subito appena 9 gol nelle prime tredici uscite in campionato, le 11 dell’andata e le due d’esordio di questo ritorno. Miglior difesa, persino davanti a quella del Torviscosa. Non solo. Del totale addirittura sei reti al passivo arrivarono in due soli match, quello del 3-3 proprio contro il Torviscosa, e quello del rocambolesco successo di inizio stagione contro l’Ancona Lumignacco per 4-3. Insomma, che la tenuta di Luca Piscopo e compagni, là davanti al portiere Nikolas Buso, fosse una costante e non una variabile, era dato assodato. Gli incroci triestini con lo Zaule Rabuiese e il Chiarbola Ponziana, nelle ultime due settimane, hanno invertito la tendenza, e in appena due incontri la Pro Gorizia ha incassato addirittura sei gol, perdendo il primato di miglior difesa e soprattutto perdendo la prima partita del torneo e, probabilmente in modo definitivo, il contatto con la vetta.

Solo un caso? Non è detto. Di certo contano le circostanze, ovvero il fatto di aver incontrato una dietro l’altra due delle squadre più in palla del momento, lo Zaule che in casa è letale e il Chiarbola Ponziana in crescita costante. Senza contare che un momento di appannamento ci può stare, per tutti, e anche l’uscita anticipata dal campo del totem difensivo Luca Piscopo, affaticato domenica, è stata un segnale in tal senso. Ci sono poi gli errori di gioventù di una squadra dalla carta d’identità mediamente molto verde, e per questo forse a volte più generosa che lucida in certi frangenti. Ma dietro all’impressione di una formazione un po’ meno solida ed equilibrata in fase difensiva ci può essere anche dell’altro, e a spiegarlo indirettamente è stato proprio ai microfoni di CalcioFvg mister Fabio Franti nell’ultimo dopo partita del “Bearzot”: “Stiamo lavorando molto a livello tattico, testando più soluzioni, e anche in questa partita abbiamo iniziato in una maniera, e finito in un’altra”, le sue parole. Ecco allora che quella che stiamo osservando potrebbe essere una Pro Gorizia cantiere, alla ricerca di nuove identità, e per questo più esposta ad errori e qualche passaggio a vuoto. Una Pro Gorizia che sarà dunque ancor più interessante seguire di qui alla primavera, valutandone l’evoluzione e cercando di scoprire che foggia avrà l’abito buono da indossare alla cena di gala dei play off.