di MASSIMO DI CENTA
Riccardo Bagnarol, classe 2002, è stato uno dei maggiori protagonisti nella vittoria della Sanvitese domenica scorsa sul campo del Rive d’Arcano Flaibano. Una prestazione condita da grinta, lucidità e personalità non sempre scontata per un ragazzo della sua età, soprattutto in un ruolo fondamentale nel cuore del centrocampo, dove molti allenatori preferiscono affidarsi all’esperienza. Un mediano vecchio stile, con una predisposizione naturale alla copertura, ma in grado di soddisfare l’esigenzadel gioco moderno che pretende anche una partecipazione alla fase di impostazione della manovra: non basta più, insomma, recuperare palloni (cosa peraltro che a Riccardo riesce molto bene) ma bisogna saperli “pulire” per avviare l’azione offensiva. Ecco, diciamo che per quanto riguarda la fase di contenimento il ragazzo è già a buon punto, mente qualche allenamento in più servirà sicuramente a perfezionare il lato tecnico. Da sempre nella Sanvitese, dove ha fatto tutta la trafila dai Primi calci alla prima squadra, Bagnarol ricorda volentieri due allenatori in particolare: Alessio Cargnello che è stato tra i primi a lavorare per migliorare le sue basi e Sergio Scappatticcio, importante non solamente dal punto di vista del lavoro sul campo ma anche perché ha saputo capire un momento difficile del ragazzo che stava quasi per abbandonare il calcio.
La passione per il pallone, arrivata prestissimo (a sei anni era già al campo di gioco), inizialmente non è stata accolta da tutta la famiglia: papà Valter (un passato da calciatore con una carriera che però non è andata oltre le giovanili) era entusiasta, mentre mamma Federica, apprensiva come tutte le mamme, non era affatto contenta, sempre in ansia per eventuali infortuni. Poi, anche lei, col tempo ha dovuto accettare la passione di Riccardo ed ora anche quella dell’altro figlio, Tommaso, attualmente nell’ Under 17 della Sanvitese.
Riccardo segue anche il calcio di serie A: tifoso del Milan si rivede in Gattuso per il modo di giocare e di interpretare il ruolo, ma non nasconde che il suo idolo rimane Iniesta, per la maniera geniale di vivere il calcio.
Si dice contento di giocare per la squadra del proprio paese e si augura per la Sanvitese una salvezza tranquilla, evitando magari i play out, una fase che può riservare sempre rischi enormi.
All’ultimo anno degli studi in ragioneria, proseguirà il suo percorso iscrivendosi alla facoltà di Economia Aziendale dell’Università di Udine.