Non deve essere semplice per un attaccante trovarsi di fronte un gigante di 90 chili, distribuiti in 187 centimetri. Il gigante in questione si chiama Michele Zoch, compirà 20 anni il prossimo aprile e gioca da difensore centrale nel Chiarbola Ponziana.
Proprio per le sue caratteristiche fisiche, Michele aveva iniziato da bambino a giocare anche a basket, sport di lunghe e solide tradizioni a Trieste, la sua città, e per un certo periodo si è diviso tra campi di calcio e parquet, ma alla fine ha prevalso la passione per il calcio.
Solamente due squadre nella sua già lunga carriera: ha iniziato a sei anni nelle fila del San Luigi ed è rimasto in biancoverde fino allo scorso anno, quando è andato in prestito al Chiarbola, appunto. Si può dire che abbia scelto l’anno giusto per approdare alla squadra del presidente Nordici, che infatti, nella scorsa stagione ha ottenuto la promozione in Eccellenza. A detta di molti Zoch si è rivelato uno dei maggiori protagonisti di questa promozione, garantendo solidità e affidabilità al pacchetto arretrato biancazzurro. Ed anche nelle poche partite disputate quest’anno, in un campionato difficile come l’Eccellenza, ha lasciato intravedere cose eccellenti, togliendosi oltre tutto la soddisfazione del gol in occasione della gara con il Torviscosa, penultima prima dello stop.
Dal punto di vista tecnico, Michele offre ampie garanzie per quanto riguarda il gioco aereo e la capacità di reggere l’urto contro attaccanti fisicamente dotati, ma se la cava alla grande anche nell’uno contro uno, dove la spunta quasi sempre. A metterlo in difficoltà, logicamente, sono gli attaccanti veloci, nei confronti dei quali sconta un gap fisiologico in termini di rapidità. Per sua stessa ammissione ha confessato di aver sofferto molto Gashi, della Virtus Corno, anche se poi, di fatto il trentenne attaccante virtussino non ha segnato e il Chiarbola se n’è tornato a casa con una preziosa vittoria di misura in trasferta nella gara disputata a metà dello scorso ottobre.
Il ragazzo non ha mai avuti problemi con i vari allenatori che lo hanno avuto alle loro dipendenze, ma due in particolare hanno lasciato in lui ricordi speciali: Attilio Cristiano Rossi, per il carisma e la carica che sapeva trasmettere e Riccardo Carola, moderno nelle metodologie di allenamento ma con una grande esperienza nonostante la giovane età. Ottimo rapporto anche con l’attuale tecnico del Chiarbola Mario Campaner, allenatore pragmatico che basa molto il suo lavoro sull’unità del gruppo.
La passione per il calcio è stata quasi inevitabile, in una casa dove nonno Bruno è stato prima giocatore e poi allenatore ed anche papà Alessandro, con la maglia del Costalunga, ha vissuto una lunga carriera agonistica. Attenta alle vicende del figlio anche mamma Viviana, spesso presente in tribuna, mentre le due sorelle, Caterina e Roberta, non sembrano interessate al mondo del pallone.
Michele non ha un difensore di riferimento, ma, da milanista convinto, ha sempre ammirato Paolo Maldini, come esempio di classe, tecnica ed attaccamento ai colori rossoneri.
Per quanto riguarda l’extra calcio, è iscritto al primo anno di Economia e Commercia all’Università di Trieste, dopo il percorso al liceo scientifico.