di Matteo Femia
Mister Christian Surace, allenatore del Piedimonte nel girone E di Seconda categoria, la vostra partenza è stata positiva dopodiché c’è stata una frenata nelle ultime giornate che ha fatto si che il Piedimonte scendesse in classifica: si trova ora a metà della graduatoria. C’è l’opportunità di rifarsi ora con un avversario di livello come la Manzanese, ma prima di parlare della partita di domenica parliamo di quanto successo sinora. Era stata una bella classifica sino a qualche giornata fa, poi cosa non ha funzionato?
“Come tutte le società piccole abbiamo avuto dei problemi numerici dovuti a degli infortuni e a qualche squalifica, abbiamo pagato l’assenza di quei tre-quattro elementi determinanti e i risultati rispecchiano i giocatori messi in campo: ma non ci abbattiamo, recupereremo come tutti i giocatori e speriamo di riprenderci prima possibile“.
Avete dimostrato una buona qualità di gioco fino a quando non siete stati bersagliati dagli infortuni. Probabilmente il turno di svolta è stato contro l’Ufi quando avete perso 3-1: potevate forse portare a casa un risultato migliore in quella partita, dopodiché una serie di circostanze sfortunate ha fatto si che nelle ultime giornate dopo la vittoria col Corno siano arrivate le sconfitte con Terzo e Isontina ma ora c’è la possibilità di strappare uno scalpo importante. Come si può fermare questa Manzanese?
“Questo è il momento peggiore in cui incontrare la Manzanese. Avrei preferito incontrarla a settembre quando forse avremmo avuto più possibilità di portare a casa punti. Noi non entriamo in campo sconfitti, come ogni domenica, e quindi ce la giocheremo. Loro vengono da un tour de force di recuperi, hanno giocato anche l’altra sera, vedremo di giocarcela. Hanno delle buone individualità, li ho un po’ studiati, vedremo di trovare qualche contromisura contro le loro ali velocissime“.
Una delle qualità della Manzanese è la pericolosità offensiva, voi state un po’ soffrendo dal punto di vista difensivo: 19 gol subiti sinora. E’ lì che dovete intervenire maggiormente per cercare di risollevarvi?
“Si, confermo, sulla difesa non riesco ancora a trovare gli assetti giusti. E’ sempre stato il nostro punto di forza, la difesa, a Piedimonte. Quest’anno latitiamo, commettiamo delle ingenuità che speriamo col tempo di riuscire a limare“.
In un campionato in cui non ci sono i playoff quali sono le motivazioni da qui a fine campionato per una squadra come la vostra che si trova a metà classifica, peraltro con ottime possibilità di risalire anche nelle prime tre-quattro posizioni perché il Torre che è al terzo posto è distante solo sei punti, ma il primo posto è lontano: come si arriva fino in fondo alla stagione dal punto di vista delle motivazioni?
“Le motivazioni devono esserci in prospettiva, il gruppo è giovane, ha grande margine di miglioramento: lavoriamo in prospettiva, puntiamo a fare meglio di tanti altri che sono delle realtà già vive e consolidate da tanti anni. Noi possiamo prenderci delle soddisfazioni arrivando nelle prime cinque-sei posizioni: non mi stupirei, ma devono esserci certi fattori, i primi dei quali sono i ragazzi. Se gli stimoli restano, con la voglia e la grinta che ci hanno contraddistinto all’inizio, non avremo problemi di sorta. Vedremo“.
Mister, tu conosci bene l’ambiente di Piedimonte, sei tornato quest’anno dopo un ciclo molto positivo un paio di anni fa in cui avete anche vinto: conoscendo bene l’ambiente quali possono essere i modi con cui riportare la squadra e la società ai fasti di qualche anno fa?
“Conosco solo un modo: il lavoro, io sono qui da maggio che lavoro per il Piedimonte e per questi ragazzi. L’unico sistema è questo: trovare gente volenterosa che voglia dare una mano e un aiuto, altro sistema non c’è, solo lavorare, lavorare e lavorare“